XX edizione della “Giornata del Cuore”. Al De Merode di Roma, docenti e famiglie insieme per un abbraccio di misericordia
850 alunni tra scuola primaria, media, liceo classico e scientifico. Un vero “paese”, sabato 14 maggio in festa per la tradizionale “giornata del cuore”.
“Siamo al 20° anno di un progetto iniziato nel 1996” spiega Fr. Bernardino Lorenzini, allora preside dell’Istituto, oggi consigliere provinciale. “Un modo semplice per creare, intorno alla solidarietà, un’occasione di incontro fraterno tra insegnanti e famiglie”. Così il cuore del De Merode ha iniziato a battere di anno in anno con maggior decisione. “Ad animare la festa è un comitato di una trentina di persone tra genitori e docenti, che si riunisce ad ottobre per iniziare a condividere idee e progetti e poi fa da collante per tutti coloro che vogliono partecipare”.
Ognuno condivide le proprie attitudini: chi contatta le aziende per raccogliere piccoli prodotti, chi inizia a confezionarli con le proprie mani, chi si offre per la preparazione dei giochi, chi per la distribuzione dei biglietti della riffa. “Quest’anno – spiega la Prof. Maria Pia Tomassini, coordinatrice della scuola media e responsabile del progetto – avremo delle particolari borse da spesa realizzate in broccato da una stilista proprio per la nostra festa e dei bracciali prodotti da una nota libraia romana”. Professionisti ai fornelli prepareranno hamburger, patatine e affetteranno prosciutto ad oltranza per il migliaio di visitatori attesi ad ogni edizione. Eataly offrirà le mozzarelle.
Così il prestigioso cortile si anima e da 20 anni dà corpo in un clima di gioia e condivisione a progetti che sanno di futuro: l’aiuto al reparto di oncologia pediatrica dell’Umberto 1°, l’acquisto di un misuratore di intensità acustica e di un fibroscopio infantile; centinaia di adozioni a distanza, la costruzione di diversi pozzi e di un orfanatrofio in Eritrea, compreso di recente un centro sportivo; il supporto a diverse case famiglia e alla scuola lasalliana di Scampia, da sempre nel cuore dell’Istituto romano. “Possiamo così pagare gli stipendi ai professori che aiutano tanti ragazzi del quartiere napoletano. Noi stessi a rotazione andiamo a sostenere questa missione durante le vacanze di Natale o Pasqua per recuperare parte del programma o offrire qualche approfondimento. Con noi di volta in volta una ventina di studenti dei nostri licei, che imparano così sul campo ad uscire da sé ed allargare la propria visione del mondo”.
La solidarietà pulsa anche al Colle “La Salle”, altra scuola lasalliana delle sei presenti a Roma. Si chiama “festa della famiglia”, sempre il 14 maggio, analogo pretesto per unire i cuori in un abbraccio di misericordia. (L.G.)