Quand le pire suscite le meilleur!

Régis Tridon, nouveau chef d’établissement coordonnateur et Virginie Castille chef d’établissement de l’école ont été bien éprouvés cet été : en quelques semaines, il y eu une tentative de cambriolage heureusement stoppée par l’intervention rapide des forces de police ; l’incendie de la voiture de service puis, dans la nuit du 11 août, un incendie qui ravagea un des bâtiments, certes désaffecté, du groupe scolaire St Jean Baptiste de la Salle à Bourges.

En tant que responsable de tutelle j’ai été témoin du désarroi des chefs d’établissement mais aussi de leur mobilisation pour sécuriser les lieux et entreprendre toutes les démarches inévitables à la suite de tels préjudices.

Quelques jours avant la rentrée, présent à leur coté à l’occasion de la journée de rentrée diocésaine, quelle n’a pas été ma surprise de les voir tous deux apaisés et même heureux car, du pire, venait de se révéler le meilleur.

En effet, très vite, les enseignants et personnels ont formulé le vœu de se rendre utiles face à l’ampleur du travail à réaliser pour que l’établissement puisse ouvrir ses portes dès la rentrée. Heureuse de cet élan de générosité, l’équipe de direction a proposé d’organiser deux journées de bénévolat à ceux qui le souhaitaient.

En fait de deux jours, les personnels et enseignants se sont relayés, certains durant quinze jours, en vue de redonner à l’établissement une « image accueillante » pour la rentrée. Armés de leurs outils, ils ont :

  • – Entretenu tous les espaces verts… Et sur un terrain de 4 hectares, il y en a !
  • – Démonté une partie du garage à vélo et remis à neuf ce qu’il en reste.
  • – Repeint tout le hall.
  • – Installé des lumières dans des faux plafonds.
  • – Réorganisé des classes.
  • – Déménagé du matériel.

Pendant ce temps, l’équipe de direction a pu rencontrer les différents experts et les entreprises pour que les traces du sinistre disparaissent avant l’arrivée des élèves. Tout était en ordre le soir de la prérentrée, journée qui prit une tonalité particulière avec un esprit, une unité, un entrain, une volonté collective de réussir qui m’ont particulièrement touché. La fraternité a jailli, comme une magnifique illustration du projet d’établissement. Un beau témoignage d’engagement pour les jeunes qui ont la chance d’être scolarisé dans cet établissement scolaire.

Jean Chapuis

CONVEGNO CISM – USMI: DALLE FRONTIERE IL FUTURO DELLA VITA CONSACRATA

SARA’ PRESENTATA ANCHE LA RELATA’ DI SCAMPIA COME OPERA DI MISERICORDIA SPIRITUALE INSEGNARE AGLI IGNORANTI

Quali frontiere oggi abitano i consacrati? Quale lettura da questi osservatori può farsi sul futuro della vita consacrata? Questi ed altri interrogativi sul tavolo del convegno “dalle frontiere il futuro della vita religiosa” in programma a Roma, Villa Aurelia, dal 26 al 28 settembre, promosso da CISM USMI Area Solidarietà.

Centrali le due tavole rotonde il 27 con testimonianze di religiosi e religiose impegnati in diverse “periferie”: da Frate Federico Gandolfi in arrivo appositamente dal Sud Sudan e Suor Angela Bipendu Nama, a Frate Francesco Piloni, responsabile del Servizio Orientamento giovani di Assisi e  don Davide Banzato della Comunità Nuovi Orizzonti.

Nel pomeriggio spazio ad una lettura esterna e laica della vita consacrata a cui concorreranno Ernesto Oliviero, Giuliana Martirani e Beatrice Fazi.

“Un’occasione preziosa per lasciarsi interpellare dalle testimonianze e condividere alcune delle riposte concrete e significative messe in campo dai diversi Istituti” spiega don Wladimiro Bogoni  “attraverso la proiezione martedì 26 settembre in anteprima di una sintesi dei 14 cortometraggi prodotti, ciascuno a narrare nell’oggi un’opera di misericordia”, a cui seguiranno i lavori di gruppo.

“Un percorso” spiega Suor Azia Ciairano “che ha fatto emergere risposte efficaci e perlopiù nascoste”. “L’obiettivo” sottolinea Laura Galimberti, giornalista ideatrice del progetto “era di condividere e moltiplicarne lo spirito che le anima; restituire la profezia e la bellezza delle opere di misericordia vissute nell’oggi e della vita consacrata, interpellare e provocare stili di vita e testimonianze”.

Un viaggio intorno alla misericordia, che sogna e prefigura un network per narrare la bellezza della vita consacrata a partire proprio dalle sue opere e testimonianze. Se ne parlerà  in conclusione il 28 settembre con l’intervento del Card. Joaz Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA su “consacrati e media: quali alleanze?”, la curiosa testimonianza di Ernesto Oliviero, fondatore del Sermig e il contributo di Andrea Tornielli su “la rete: insieme, un’altra frontiera”.

Campo vocazionale a Mazara del Vallo: in periferia “per essere salvati”

RELEM – Campo vocazionale a Mazara del Vallo: in periferia “per essere salvati”

Mazara del Vallo (TP) estremo sud della penisola, luogo sconosciuto ai Lasalliani, prima dell’ ultima settimana di luglio 2017. In nove – un Fratello, due Associate insegnanti, un insegnate con il marito e 4 giovani lasalliani – vi hanno fatto comunità per 15 giorni, accolti dalle Francescane Missionarie di Maria che dal 1978 vi sono presenti per condividere con i migranti – prima solo tunisini, e poi slavi, egiziani, russi – percorsi educativi e d’animazione.

“Andare ai margini” spiega Fratel Enrico Muller, responsabile del tavolo di ricerca vocazionale “è stata la prima motivazione che ci ha spinto ad organizzare il campo in perideria, colpiti anche dall’ affermazione non andiamo verso i Poveri per salvarli, ma per essere salvati. Essere accolti” specifica “non è solo un’esperienza fisica, ma anche teologica, come d’altronde lo è uscire. Abbiamo così potuto attraversare il confine della congregazione, verso un progetto comune e (45° Capitolo Generale 3.26), condividendo vita, preghiera, Spirito e sapienza con le religiose e scoprire non solo la sintonia tra i carismi, ma anche la multiforme grazia di Dio”.

La comunità  delle Francescane Missionarie di Maria si trova all’entrata della Cashbah. La cattedrale, di una diocesi antichissima eretta nel 1093, è a soli 5 minuti di cammino. “Un ambiente multireligioso, che abbiamo solo osservato da lontano, che ci ha permesso di vedere e scoprire Dio nascosto e presente”. Le stradine hanno fatto da cornice al campo: “un luogo prezioso per la mezza giornata di deserto che l’esperienza prevedeva, ispirata al Roveto Ardente, a Dio che ci precede, che è sempre un po’ più avanti, ci attende. Siamo venuti a Mazara non per non fare i turisti e abbiamo dovuto scalzarci (Lc 10, 1-11), provare su di noi e in noi la fragilità , l’insicurezza, la provvisorietà  per cogliere la sacralità  del nostro camminare perchè ogni luogo è sacro. Dio infatti è presente. Ogni persona è sacra e ce lo rivela. Scalzarci ci èanche servito per avvicinarci agli altri, all’Altro con delicatezza, con dolcezza, come Lui s’accosta a noi, senza invadenza”.

Al centro l’ ESSERE MISSIONE, come ricorda Papa Francesco nell’ Evangelii Gaudium. “Il tesoro, i bambini che ci hanno scelti, chiamati, accompagnati: Adem, Razi, Manar e Maram, Selma, Nini, Ismail, Rajeh, Alice e Susanna, Jennifer, Floriana, Leo, Emedin, Sofia, Maria e tanti e tante altri. Una trentina tra i 7 e i 12 anni. Iscrizioni raccolte passando casa per casa. Dalle 9 alle 17:30 con loro: la mattinata al mare tra giochi e laboratori. Filo conduttore dell’ attività  il creato, con i suoi elementi terra, acqua, aria, fuoco.

“Hanno colpito i nostri cuori, ci hanno chiamati e ci hanno ricordato i fondamenti della nostra vocazione lasalliana: Dio è davvero buono, vigile e provvidente. I bambini hanno bisogno di angeli visibili. E’ stato Dio a chiamarvi, a destinarvi ad assolvere questo compito e a inviarvi a lavorare nella sua vigna. Fatelo con tutto l’ amore di cui è capace il vostro cuore e con l’intento di lavorare solo per lui. Offritevi spesso allo Spirito di Nostro Signore per agire solo quando vi sentite mossi da lui. Comportatevi come ministri di Dio… fino a spargere il vostro sangue per Gesù, per compiere bene il vostro ministero.

A vivere la proposta una comunità  multiforme, che ha sperimentato la mistica del vivere insieme, come suggerita dal Simposio delle Vocazioni Lasalliane 2016: “mischiare” giovani e adulti in esperienze di servizio, interrogare vocazioni mature, proporre al contempo modelli vocazionali negli adulti, riflettendo non solo su cosa Dio voglia da loro, ma anche su come vivere una vita cristiana laicale.

“Una proposta che ho colto per uscire dal mio orto” spiega Annalisa, insegnante lasalliana “per imparare qualcosa di più profondo e vero nel cammino ordinario. “Una scuola di qualità  non significa solo dare sempre più servizi e opportunità  didattiche agli studenti” aggiunge Miriam, anche lei docente associata lasalliana. “Questo rende certamente più competitiva un’istituzione, senza mai dimenticare ciò che rende feconda e viva la relazione educativaA scuola tu sei gentile? Mi ha chiesto una bambina egiziana. La vocazione non è una scelta fatta una volta per tutte, ma una risposta ad una chiamata unica. Ogni giorno il ragazzo o il bambino provoca il nostro vivere e il nostro educare. Dai più piccoli, in difficoltà  o difficili, si impara uno sguardo gratuito, non scontato e più significativo… una tenerezza con cui guardare i propri alunni e le loro poche o tante complessità . Uscire per scoprire di più la bellezza nel quotidiano che siamo chiamati a vivere, uno stupore che dia senso alla vita. A volte si esce per salvare e ci si ritrova salvati”.

“La realtà è stata ancora più feconda del previsto” racconta Suor Paola Dal Pra, Francescana Missionaria di Maria. Ognuno dei bimbi, spontaneamente, ha scelto l’animatore con cui nuotare, giocare, danzare, essere coccolato. Maram si è aggrappata a Miriam come una mamma; fratel Enrico era sepolto dagli abbracci di tutti; come pure Irene, Marta, Luana e Gabriele. L’esempio di persone adulte mature è stato davvero significativo. Paolo e Miriam sono stati esempio di coppia felice; Annalisa di insegnante gentile; Eleonora di pittrice ed educatrice paziente; Miki di persona creativa che sapeva non solo nuotare ma anche valorizzare le meduse. Elisa, Lavinia e Stefania erano segno di unità  nelle decisioni e nelle proposte; Ahmet e Jemina mostravano il loro entusiasmo facendo un’ infinità  di foto. Amir si è fatto apprezzare per la sua competenza nell’insegnare break; le due cuoche, aiutate da Habib, per il loro lavoro generoso fatto in armonia; Luigi e Peppe per la prontezza a vigilare sulle necessità ; Patrizia per la sua presenza giornaliera in piazza, silenziosa. Il campo vocazionale nel servizio poi era come una perla preziosa che dava slancio al gruppo. Dio ha fiducia di noi e il cammino continua, insieme, perchè guidati dalla sua Presenza diveniamo sempre più missione e annuncio di Speranza”. (L.G.)

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